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Piante officinali
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Juniperus communis

Cupressaceae
Juniperus communis L.s.l.

Nome volgare: Ginepro comune

Forma biologica:
P caesp. (Fanerofite cespugliose) o anche P.scap. (Fanerofite arboree. Piante legnose con portamento arboreo).

Descrizione: Arbusto perenne, sempreverde, di aspetto molto variabile: eretto espanso o prostrato. In pianura si presenta come un alberello sino a 5-6 m di altezza, in montagna assume forma cespugliosa, ad alta quota e in zone particolarmente ventose, si riduce ad un arbusto prostrato. La pianta ha un odore resinoso, si riproduce per magliolo, propaggine e innesto.
La corteccia cartacea, è grigio bruna, dapprima liscia, poi nei rami di 10 anni si desquama in fibre longitudinali dai borsi ondulati.
I fusti sono tortuosi e ramificati; i ramoscelli assumono colore giallo o verde quando sono giovani, diventano marroni e più rigidi con il passare degli anni.
Le foglie sono aghiformi, appuntite e pungenti, disposte tre a tre, sessili di colore verde glauco e biancastre. La superficie superiore, quasi piana è percorsa da una larga linea biancastra.
Pianta dioica, con fiori maschili e femminili su piante diverse: quelli maschili sono gialli, quelli femminili sono piccoli e verdi, raccolti in piccoli grappoli all'ascella delle foglie. Sono di aspetto insignificante.
I frutti, detti bacche o coccole (globule), in realtà sono delle pseudobacche, di colore verde il primo anno ,assumono il caratteristico colore nero bluastro solamente nel secondo anno di vita, quando giungono a maturazione; sono ricoperti da una pruina opaca, portanti in cima una fessura a forma di stella, contengono 3 semi duri e triangolari di colore bruno chiaro.

Tipo corologico: Circumbor (Zone fredde e temperato-fredde dell'Europa, Asia e Nordamerica).

Habitat: Luoghi incolti dal mare sino alla montagna, si adatta facilmente a terreni aridi e inospitali, essendo indifferente alla natura del suolo che la ospita. E’pianta molto resistente alle basse temperature, vegeta tollerando aridità e forte vento da 0 a 1.500 m. qualche volta anche di più.

Note di sistematica: Flora d’Italia fa appartenere al gruppo di Juniperus communis altre entità morfologicamente poco differenziate quali:
Juniperus nana Willd. ( = Juniperus communis var. montana Aiton) che vegeta appressata al suolo nelle brughiere alpine e subalpine tra 1.500 e 2.500 m. su M. Rosa fino a 3.570 m. e
Juniperus hemisphaerica Presl anch’esso appressato al suolo con forma emisferica, che vegeta su ambienti di vetta , tra 1.500 e 2.300 m. dei monti di Sicilia, Calabria, e Salerinatano.

La nomenclatura più aggiornata è:

Juniperus communis L. s.l.

Il Ginepro comune in senso lato si divide ora in:

Juniperus communis L. subsp. communis var. communis
o anche
Juniperus communis L. subsp. typica

Juniperus communis L. subsp. communis var. intermedia (Schur) Sanio

Juniperus communis L. subsp. alpina Celak
o anche
Juniperus alpina Gray (MFS)

che poi sarebbe quella dell'ultima foto della scheda, che sarebbe
l'ex Juniperus communis var. montana Aiton.

La nomenclatura in grassetto è ora quella accreditata fino al 2005


Etimologia: Il nome del genere sembrerebbe derivare dalla parola celtica”juneprus” che significa acre, aspro, con allusione al sapore dei frutti.

Proprietà ed utilizzi: Il ginepro ha proprietà diuretiche, antisettiche, balsamiche, stimolanti, espettoranti.
Nel passato le bacche hanno avuto fama di operare guarigioni miracolose, nel XVI secolo erano considerate una panacea universale; in realtà contengono: glucidi, acidi organici, cera, resina, un principio amaro (juniperina) e dell'olio essenziale. Per la loro azione balsamica sono usate soprattutto nelle affezioni delle vie respiratorie, negli stati uricemici e reumatici. Il ginepro si usa anche come stimolante della funzione gastrica, contro il meteorismo; è indicato come regolatore delle mestruazioni; per chi soffre di alitosi, un buon rimedio è quello di masticare 4-5 bacche al giorno.
Dal legno e dalle foglie si ottiene per distillazione l'olio di Cade usato contro l'alopecia e la psoriasi.
In cucina le coccole, sono usate per aromatizzare le carni, in particolare selvaggina, porchetta, arrosti; si aggiungono alle verdure sottaceto e dopo fermentazione e distillazione forniscono l'acquavite di ginepro (Gin), messe a macerare in alcool, forniscono invece un ottimo amaro, tonico.
I tordi sono particolarmente ghiotti di coccole di ginepro, la loro carne per questo motivo ha un sapore particolarmente prelibato.
Il legno è duro e compatto a grana fine, ma scarsamente utilizzato, se non in opere di intaglio e di ebanisteria. I rami piú sottili e flessibili si prestano per la fabbricazione di ceste.
L’intera pianta se viene bruciata, deodora e rinfresca gli ambienti, lo facevano anche nell'antichità, convinti in questo modo di debellare il colera e la peste.
Il legno aromatico è ottimo per cuocere la carne e il pesce allo spiedo, in quanto emana un aroma che dona un sapore particolare ai cibi.

Curiosità: L'olio ricavato dal legno, dai Greci e dai romani, veniva chiamato "cedria", era impiegato per l'imbalsamazione dei morti.